
Alla fine "amò", lo dici solo alla tua ragazza, o al tuo ragazzo, ma lo dici senza identificare nessuno. Perché "amò" sarà anche il tuo prossimo compagno e quella dopo e quella dopo ancora. E amò è anche il ragazzo della tua amica o la fidanzata del collega. Sono tutti "amò", indistintamente. Come se tutti si chiamassero Maria, Francesco o Giovanni.
"E finisci per non chiamarci più quella persona che con te divide il sedile reclinabile di un'utilitaria, ma, genericamente, quella che con te consuma, di volta in volta lo you&me sul display del tuo nokia: cambia il numero, non la tariffa. L'amore delle elisioni è fatto di aggettivi, non più di sostantivi, di etichette sbrigative che non hanno bisogno di essere comprese e decodificate.
Io, quando sento qualcuno che si chiama per "amò" e tesò", penso a Prévert. Diceva che i ragazzi che si amano non ci sono per nessuno. Certo, hanno finito il credito."
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