"... Da ragazzo avevo l'abitudine di scrivere su un diario ciò che mi passa per la testa. Frasi, canzoni, citazioni, pensieri. Ora che sono grande ho continuato questa abitudine sul web ..."

martedì 21 ottobre 2008

SCUSA MA TI CHIAMO AMÒ

Questa nuova tendenza fra gli innamorati a chiamarsi “amò” e “tesò”. La fantasia giovanile si è fermata qui. Niente più cucciola, orsetto, piccolina, patatina e tutti quei vezzeggiativi stupidi che identificava un rapporto. Sono tutti diventati amò e tesò, senza distinzione. Manco a dire amore e tesoro, no, "amò" e "tesò" perché nell’era degli sms e dei messaggi veloci si abbrevia tutto, anche quando si tratta dei rapporti affettivi.
Alla fine "amò", lo dici solo alla tua ragazza, o al tuo ragazzo, ma lo dici senza identificare nessuno. Perché "amò" sarà anche il tuo prossimo compagno e quella dopo e quella dopo ancora. E amò è anche il ragazzo della tua amica o la fidanzata del collega. Sono tutti "amò", indistintamente. Come se tutti si chiamassero Maria, Francesco o Giovanni.
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E finisci per non chiamarci più quella persona che con te divide il sedile reclinabile di un'utilitaria, ma, genericamente, quella che con te consuma, di volta in volta lo you&me sul display del tuo nokia: cambia il numero, non la tariffa. L'amore delle elisioni è fatto di aggettivi, non più di sostantivi, di etichette sbrigative che non hanno bisogno di essere comprese e decodificate.
Io, quando sento qualcuno che si chiama per "amò" e tesò", penso a Prévert. Diceva che i ragazzi che si amano non ci sono per nessuno. Certo, hanno finito il credito."

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