"... Da ragazzo avevo l'abitudine di scrivere su un diario ciò che mi passa per la testa. Frasi, canzoni, citazioni, pensieri. Ora che sono grande ho continuato questa abitudine sul web ..."

mercoledì 18 aprile 2012

NEL FANGO DEL DIO PALLONE

Attraverso le pagine del libro-confessione di Petrini assistiamo agli allenamenti, viviamo le partite, entriamo negli spogliatoi, conosciamo la vita privata dei calciatori, con tanto di nomi e cognomi. Impariamo come si truccano le partite, come si elude un controllo antidoping, quali insulti e colpi proibiti si scambiano durante la partita stopper e centravanti, come si resista alla fatica e si migliori le proprie prestazioni agonistiche, facendosi iniettare sostanze proibite, imposte dai dirigenti stessi delle società sportive. Apprendiamo come passano il tempo libero i calciatori: giocando a carte, misurandosi la lunghezza degli organi genitali, facendo scherzi idioti, parlando di donne e motori, scopando belle ragazze di ogni estrazione sociale: semplici tifose, mogli di dirigenti o di compagni di squadra, studentesse, casalinghe, squillo, in qualsiasi combinazione dell'aritmetica e del Kamasutra. Apprendiamo di guadagni da capogiro, spesso in nero: con un premio partita, Petrini riesce a regalare un appartamento alla madre. Conosciamo allenatori autoritari, il cui scopo principale è quello di tenere i calciatori lontani dalle scorpacciate di sesso e di cibo e compagni di squadra altezzosi, attaccati al denaro, spesso ipocriti dalla doppia morale. E poi il sottobosco di personaggi equivoci, ingenui o affaristi, che circondano i calciatori: semplici tifosi, maneggioni, professionisti, cantanti, attori, giornalisti, mafiosi. Petrini, con questa autobiografia, ci mostra in maniera cruda, con un pugno diretto allo stomaco del lettore, gli splendori e le miserie di quell’universo, in qualche modo a sé, che è in Italia il mondo del calcio. L’epilogo del libro è drammatico: Petrini viene condannato per la vicenda del calcio-scommesse, diventando così una sorta di capro espiatorio su cui si accanisce la giustizia sportiva. Lui ci mette del suo: irresponsabile, amante dei piaceri, non se la sente di cambiare vita e abitudini e di mettere la testa a posto: il suo matrimonio va a pezzi e lui si caccia in guai finanziari, costretto a fuggire all’estero per eludere le minacce dei creditori. Vive nascosto, diventa semicieco a causa di un glaucoma, mentre il figlio Diego, promessa del calcio genovese, muore di tumore a diciannove anni, senza poter rivedere il padre. Una lettura urticante, un libro appassionante e istruttivo, che si legge tutto d'un fiato.

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