"... Da ragazzo avevo l'abitudine di scrivere su un diario ciò che mi passa per la testa. Frasi, canzoni, citazioni, pensieri. Ora che sono grande ho continuato questa abitudine sul web ..."

venerdì 26 luglio 2013

CALICO JOE

È l’estate del 1973, l’America sconfitta nella guerra del Vietnam e sconvolta dal caso Watergate, cerca il riscatto nello sport: nell’immaginario collettivo il mondo è il baseball.
Proprio in quella stagione il giovanissimo e quasi sconosciuto Joe Castle, nato a Calico Rock in Arkansas, è chiamato a sostituire un titolare dei Cubs: il talento, la precisione e la forza nello sganciare i colpi ne fanno subito una promessa del baseball. Con lui in campo non c’è storia, i Cubs e Joe continuano a collezionare record. Tuttavia, alla fine del torneo mancano ancora diverse partite e non sempre il vento soffia nella stessa direzione. I Mets hanno iniziato a guadagnare nuovamente terreno eWarren Tracey, giocatore modesto ormai avanti con l’età, è intenzionato a collezionare il maggior numero di vittorie prima di abbandonare definitivamente il campo.
Il 24 agosto la partita decisiva: Joe Castle debutta a New York con i Cubs e Warren Tracey è nella posizione di lancio per i Mets: una vera e propria “sfida fra gioventù ed età matura”. Il quindicesimo lancio è quello fatale, l’ultimo per Joe, perché la palla sferrata sul monte di lancio da Warren lo colpisce dritto all’occhio destro portandogli via il caschetto e lasciandolo a terra esanime. È chiaro che Castle è stato colpito intenzionalmente, e se per lui è l’inizio di un incubo e la fine di una carriera promettente, non diversamente per la famiglia di Tracey. Infatti, sebbene Paul – figlio di Warren e voce narrante del romanzo – avesse solo undici anni al momento dell’incontro, guardando suo padre lanciare era riuscito a prevederne l’intensione e la mossa crudele; in quell’istante aveva pianto e lo aveva odiato. Dopo l’incidente i genitori di Paul si erano separati e Warren non si era mai più fatto vivo né con lui né con sua sorella.
Ora, trent’anni dopo, Castle, privato del suo lavoro e di una vita normale, vive ancora con la madre e i fratelli a Calico Rock, mentre dall’altra parte dell’America, in Florida, Warren Tracey sta morendo di un tumore al pancreas.
È possibile avere una seconda possibilità? Ma soprattutto, è giusto concedere una seconda possibilità? È il dubbio che tormenta Paul una volta venuto a conoscenza della malattia del padre, e che lo spinge a compiere un lungo viaggio fino a Calico Rock. Vuole convincere Castle a incontrare suo padre, in modo che egli possa espiare la sua colpa prima di morire. Ci riuscira?
In questo romanzo, John Grisham, abbandona il legal thriller, genere in cui è maestro e si dedica alla scrittura di un romanzo a tutto tondo. Calico Joe è un libro costruito ad arte, in cui il linguaggio specialistico del baseball fa tutt’uno con l’espressione degli stati d’animo dei protagonisti; insomma, un racconto che conferma il talento di Grisham, la sua capacità di spingersi fin nelle pieghe più nascoste dei personaggi e di portare - mediante la finzione romanzesca - la riflessione su questioni delicate come la miseria umana, la morte, la colpa e il perdono, a ricordarci che la letteratura ha un valore estetico nel senso più profondo del termine.

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