"... Da ragazzo avevo l'abitudine di scrivere su un diario ciò che mi passa per la testa. Frasi, canzoni, citazioni, pensieri. Ora che sono grande ho continuato questa abitudine sul web ..."

martedì 17 gennaio 2012

LA SIMMETRIA DEI DESIDERI

Quattro amici, tre desideri ciascuno, quattro anni per realizzarli: è il 1998, siamo a Tel Aviv, e Yuval, Amichai, Ofir e Yoav – detto Churchill – guardano in televisione la finale tra Francia e Brasile. Yuval, il narratore, è il riflessivo del gruppo, cresciuto secondo i dettami di una rigida educazione anglosassone; appena prima della partita ha conosciuto Yaara, e sente che diverrà la donna della sua vita. Churchill è il prototipo dell’avvocato rampante, carismatico e aggressivo, concentrato esclusivamente sulla carriera. Ofir spende la sua creatività in un’agenzia pubblicitaria, ma ritroverà se stesso in India. Amichai vende polizze sanitarie, è già sposato e ha due figli. A fine partita, è lui ad avere l’idea: annotare su un biglietto i sogni che ognuno vorrebbe concretizzare da lì a quattro anni, e ritrovarsi quindi, in occasione dei Mondiali successivi, per scoprire cosa sarà accaduto nel lasso di tempo trascorso. 
Inizia così un romanzo di formazione appassionante e appassionato, intimo nella profondità delle corde che riesce a toccare. Sullo sfondo, la complessità della situazione storica mediorientale, che si intreccia con un misto di naturalezza e fatalità alle vite individuali, segnando momenti significativi, senza mai prendere il sopravvento sulla narrazione. 
Una storia d’amore, una clinica di terapie alternative, un libro di racconti, un processo importante: negli obiettivi dei protagonisti si svelano le singole personalità, ma queste, come tutto del resto, sono destinate a mutare. D’altra parte, come fa notare Ilana “la piagnona”, moglie di Amichai e studiosa di psicologia, i quattro amici hanno ventotto anni, e in occasione dei prossimi Mondiali ne avranno trentadue: questi sono gli “anni di gesso”, gli anni in cui il carattere assume una sua forma e si stabilizza. Oppure no? Gli eventi prenderanno una piega inaspettata, e un destino beffardo farà sì che ognuno dei protagonisti si ritroverà, senza volerlo, a dar forma ai propri sogni in modo ben diverso da quanto immaginato in precedenza, tra soddisfazioni inattese e dolorosi colpi di scena. 
La sofferenza, seppur taciuta, è in effetti un elemento presente fin dalle prime pagine, da cui intuiamo che Yuval è stato vittima di un incidente. Una disgrazia che incomberà silenziosa per tutto il romanzo, conferendo a ogni episodio narrato, il più felice come il più insignificante, un’ombra di precarietà essenziale, di fuggevolezza, di profonda interrogazione sul senso della vita e del desiderio stesso, inteso quale elemento formante della vita di ognuno. 
 Attraverso la sua scrittura, che riesce a mantenere per tutto il romanzo uno stile fresco, ironico, consapevole, in grado di mettere il lettore in contatto diretto con gli episodi narrati e le emozioni suscitate, penetriamo nel profondo di un’amicizia fraterna, sbocciata nella giovinezza, cresciuta negli anni dell’Università e rinsaldatasi nei lunghi anni del servizio militare. Ed è proprio l’amicizia la vera protagonista del romanzo di Nevo, un’amicizia fatta di parole, silenzi, condivisione, divertimenti, avventure, furenti litigi e riconciliazioni. Un’amicizia che è, soprattutto, presenza. Perché, nonostante i toni amari e il senso di vuoto che sembrano prendere il sopravvento man mano che ci si avvicina all’epilogo, avvertiamo che Yuval non è solo. I suoi amici gli sono accanto, sempre, anche se forse lui non ne ha piena consapevolezza. (FONTE)
 
Ho finito di leggerlo domenica. Il titolo e il riassunto mi avevano attratto. Mi piace l'idea della storia che si snoda da Mondiale a Mondiale. Anche perché mi è capitato di guardare indietro e vedere cosa è cambiato da un Mondiale all'altro. E in particolare come la mia vita sia stata stravolta tra il Mondiale 2002 e quello del 2006. Quattro anni davvero intensi e, a rivederli adesso, tutto sommato belli. 

 

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