Il panino è diventato un caso diplomatico. I panini. Inneggianti alla mafia e infarciti di oltraggi contro gli eroi italiani che si sono battuti fino alla morte contro Cosa Nostra.
Ma questo è anche un giallo, perché il bar di Vienna dove venivano venduti i sandwich di pessimo gusto è chiuso e non c'è traccia dei proprietari, italiani.
Il locale incriminato si chiama Don Panino, e si trova in Seidengasse 31. Il primo a parlarne è stato il settimanale Panorama. Ogni panino era stato pensato con il nome di un boss, Don Buscetta, Don Corleone, ma la cosa grave è che ci sono anche un Don Falcone e un Don Peppino, con chiaro riferimento a Impastato. A far venire i brividi è poi la presentazione del sandwich. Per Impastato: «Siciliano dalla bocca larga fu cotto in una bomba come un pollo nel barbecue». Per Falcone: «Sarà grigliato come un salsicciotto».
Su Facebook è stata aperta una pagina per boicottare Don Panino, mentre la Farnesina ha fatto sapere che «su istruzioni del ministro degli Esteri Emma Bonino» l'incaricato d'affari «è intervenuto presso le autorità austriache riferendo come l'Italia ritenga «inaccettabile» e «offensivo» utilizzare nomi di persone distintesi nella lotta contro la mafia in maniera distorta».
Il locale in realtà attualmente è chiuso. I vicini riferiscono che è due mesi che non si vede nessuno. Sulla pagina Facebook si annunciava a gennaio un trasferimento di sede. Stop. Sempre dal social network, si apprende che i fondatori sono Marco e Julia Marchetta. L'idea di preparare dei «mafia-panini» sarebbe nata per «la nostalgia di casa». La fan page di Facebook mostra la foto di un uomo con il tipico look cinematografico del mafioso che addenta un panino gigante. Il caso, sebbene poco chiaro, porta comunque l'attenzione sulla moda del mafia-pub, che pare andare per la maggiore in Austria, dove ci sono due Pizzerie Mafiosi e una Pizzeria Camorra.
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